Lo Stivale ha dato i natali a molta musica pop, a volte buona, a volte meno buona. E se per ogni spericolata avventura sonora di un Battisti o per ogni vertigine canora dei Matia Bazar possiamo trovare altrettante nefandezze esportate, spesso oltre la cortina di ferro, una quarantina d’anni fa, Gaia col suo progetto Baobab! si candida autorevolmente per essere eletta dalla parte bella e buona del pop italico.
Baobab! è l’EP omonimo di debutto e uscirà il 4 marzo per Needn’t e Dischi Sotterranei, due delle label più attente e dedite a intercettare nuovi musicisti, nuove tendenze e nuovi percorsi. Come ogni debutto, le tracce descrivono quello che è e che era Gaia durante la lavorazione del disco. In questo EP si trovano paure e situazioni di vita vissuta, e tutti gli amori musicali dell’artista, per comporre una ricetta che non manca di catturare l’attenzione dell’ascoltatore. Gli ingredienti ci sono tutti: il piede preme sull’acceleratore del versante melodico, con ritornelli a presa istantanea ed efficaci trame chitarristiche, sulle quali si incastrano in maniera perfetta gli inserti elettronici e le linee vocali di Gaia, seducente contralto che irrompe sulla scena italiana
per restarci. I 5 episodi che caratterizzano il disco confermano competenza compositiva, uno stile originale e interessante e prospettive profonde per il futuro, coadiuvati da Carlo Corbellini dei Post Nebbia, che ha saputo mescolare il suo mondo musicale con quello di Gaia.
Oltre ai singoli “Noel” e “B”, che abbiamo già conosciuto negli scorsi mesi, l’EP svela gli inediti “Quindici” e “Melatonina”, due brani suggestivi in cui la voce di Gaia echeggia densa su synth onirici e chitarre vintage. Tra un amore che si perde nel traffico e che vorremmo dimenticare e l’ansia che prende lo stomaco a dover scendere dal letto, Baobab! cristallizza stati d’animo generazionali e pensieri collettivi in cui ognuno di noi può rivedersi come in uno specchio. Si aggiunge anche un intermezzo di suoni lo-fi e distorti per spezzare l’incantesimo, ma solo per un minuto: l’ascoltatore non abbia paura.